Egor I Opizdenevšie

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  1. Namárië
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    Egor I Opizdenevšie - Sto Let Odinočestva (GrOb Records, 1993)

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    Giŕ il fatto che il compianto Egor Letov, anima del progetto responsabile di questo disco, venisse da Omsk, seconda cittŕ della Siberia, a poco piů di 100 km dal confine col Kazakistan, dovrebbe suscitare la curiositŕ in molti di voi. Ma Egor Letov non č una specie di Rasputin proveniente da una landa desolata e misteriosa (o forse sě), ma una delle figure piů eccessive, contraddittorie, controverse e attente alle novitŕ "occidentali" di tutta la musica russa degli ultimi 50-60 anni.
    Cantante, chitarrista e poeta, classe 1964, fonda i Graždanskaja Oborona (Difesa Civile) nel 1984, dei quali č stato unico membro fisso: lo stile č un punk rock estremamente primitivo, a bassissima fedeltŕ, con gli strumenti suonati quasi interamente dal leader e atipici elementi di psichedelia e musica tradizionale russa. Nonostante Letov si sia sempre definito un vero comunista, non ha mai fatto mancare critiche al regime, a cominciare dai primi giorni, nei quali parlň spesso contro totalitarismi e militarismi, scagliandosi apertamente contro il sistema sovietico.
    Nel 1990 la formazione cambia temporaneamente nome in Egor I Opizdenevšie (all'incirca Egor E Gli Svalvolati), perseguendo una svolta acustico-psichedelica giŕ accennata in diversi dei precedenti dischi. Se Pryg-Skok (del 1990) č essenzialmente un disco solista di Letov, Sto Let Odinočestva č decisamente piů un disco di gruppo: con Letov ci sono il polistrumentista Konstantin Rjabinov, e il chitarrista/flautista/armonicista Aleksandr Rožkov. Ospiti la violinista/organista Anna Volkova e il bassista/chitarrista/percussionista Igor' Ževtun.
    A partire dallo splendido collage neopsichedelico in copertina, si presenta come un disco spontaneo, allucinato, fuori dal mondo (piů precisamente: proveniente dalla Siberia), frutto dello stile di vita del leader, talmente estremo da far pensare ai vissuti dei musicisti black metal: la quasi totalitŕ del disco č stata realizzata in uno stato alterato di coscienza, mentre l'autore praticava l'espansione della coscienza e faceva esperimenti magico/occulti, compiva viaggi senza meta nelle foreste degli Urali e (non ultima) assisteva alla disgregazione dell'URSS.
    Psichedelia acustica, strumenti insoliti come metallofoni e il bizzarro organetto che emerge qua e lŕ, suoni crudi e grezzi, urla scomposte, poesie recitate, per un disco di sicuro non facilmente assimilabile (specie per i non russofoni) ma assolutamente degno di essere riscoperto e divulgato.
    In caso foste convinti che nel rock l'originalitŕ č prerogativa esclusiva dei Paesi anglofoni e poco altro, sopo l'ascolto di questo disco dovrete per forza ricredervi.

    In Soviet Russia Mediafire scarica disco da te!

    Preso da Music For The (M)asses
     
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  2. magick g.
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    Me lo scarico e me lo ascolto (magari non ora che non sono in vena), ma da come lo hai descritto non sembrerebbe esattamente un gruppo prog. Vedremo.
     
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1 replies since 27/12/2012, 03:08   99 views
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