Sergio Fiorentino

genio del pianismo

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    Penso uno dei più grandi pianisti italiani del secolo scorso, che arriva dalla scuola napoletana (una delle migliori del mondo), ma purtroppo il meno cagato di sempre... in realtà era più conosciuto all'estero da giovane, poi con l'incidente in aereo ha avuto alcuni anni difficili.
    Tuttavia è ancora tutt'oggi molto più famoso all'estero che in Italia, in cui esistono solo Pollini e Michelangeli.
    La sua poca notorietà a volte si dice fosse legata anche al suo carattere poco aperto e poco volto a spettacolizzarsi... anche se in realtà si pensa che stesse sul cazzo a qualcuno, perché è impensabile che un pianista del genere fosse così poco noto.
    I programmi dei concerti da giovane sono qualcosa di spaventoso, penso che neanche Horowitz o qualcun altro se ne fosse mai andato in giro con programmi simili.
    Forse l'unico che mi viene in mente oggi è Hamelin.

    Una volta in pensione dopo aver insegnato al conservatorio di Napoli per anni si è ridato verso la settantina a concerti in pubblico ad interviste, con incisioni memorabili e una volta morto è diventato un mito (solo all'estero a quanto pare), praticamente ora tutti sono alla ricerca delle sue incisioni che risultano essere una miriade... purtroppo però sono tutte abbastanza rare sebbene siano veramente tante, da Bach a Mozart, a Chopin, a Schumann, a Scriabin, a Liszt, a Rachmaninoff, a Ravel, Debussy... più ancora altre cose abbastanze rare.

    Era soprattutto esperto nel repertorio di Liszt e Rachmaninoff, anche se ad essere sinceri suonava di tutto; anche le cose più virtuosistiche erano suonate con una semplicità, chiarezza ed una tecnica e controllo inimmaginabile.
    Pare un Horowitz più controllato e calibrato infatti.

    E' stato uno dei pochi tra l'altro a suonare la fantasia della campanella di Liszt (figurarsi che è già difficile suonare bene la campanella normale, lui suonava anche la fantasia sulla campanella).

    Rachmaninoff era comunque il suo ompositore preferito si dice che da giovane avesse registrato l'integrale di Rachmaninoff, quindi studi, concerti, sonate, preludi solo in 4 giorni e tutto a memoria sensa spartiti.
    E così pure gli studi di Chopin tutti di fila.
    Aveva una memoria prodigiosa, vi sono anche alcuni valzer di Chopin incisi che sono in tonalità diversa perchè lui si ricordava la melodia, ma non si ricordava in che tonalità fossero e quindi li suonava praticamente trasponendo la tonalità in automatico.

    Su youtube sono stati messi tanti materiali rari, alcuni anche privati in cui suonava durante cene con amici e ce ne saranno anche altri si spera che col tempo la gente li tiri fuori.

    Alcune esecuzioni spettacolari:

    I notturni ci sono tutti su youtube:
    www.youtube.com/watch?v=OTrL1KdWPIM
    www.youtube.com/watch?v=fxZYyUM0az4

    più altre cose:
    www.youtube.com/watch?v=s5XSGKnXiWM
    www.youtube.com/watch?v=AZIKFrAa5EY
    www.youtube.com/watch?v=U0op62SNoz0
    www.youtube.com/watch?v=TRHnXavlYL4 (minchia avrà 70 anni e lo suona ad una velocità assurda, immagino da giovane)
    www.youtube.com/watch?v=xXqfMj7xj5M (qua siamo proprio alla frutta il valzer di Chopin suonato alla velocità della luce)
    www.youtube.com/watch?v=nYv8MCIoDf4


    Interessante questa intervista privata in inglese, in cui improvvisa ed esegue ciò che gli viene richiesto, suona anche alcune trascrizioni da concerti famosi al momento... cioè un genio... fino ad arrivare a parlare di jazz.


    https://www.youtube.com/watch?v=ltZzfu9Fg40...630F4F9A5AEC064

    Poi c'è anche una trasmissione radiotelefonica di 8 puntate fatta su di lui, in cui vengono fatte sentire incisioni rare:

    www.youtube.com/watch?v=mRXGhIkh09M

    Edited by .Doom83. - 5/4/2011, 18:50
     
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    Ma quindi non sono l'unico pirla che non ne aveva mai sentito parlare? Ascolterò qualcosa dei video che hai linkato durante la cena
     
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    Se poi vuoi altro da sentire chiedi pure, io tengo tutto su CD anche cose più rare che su youtube non si trovano.
     
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    Urca, grazie dell'offerta :D nel frattempo ascolto questa roba, se poi hai voglia di passare roba figuriamoci se dico di no! :lol:
     
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  5. alkan
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    la sua è la migliore esecuzione di Islamey di Balakirev in assoluto!tutti gli altri musicalmente sono molto artificiosi,anche i grandi!consiglio vivamente!purtroppo su youtube la mettono e la tolgono di continuo :(
     
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    Ma sentivo voci secondo la quale non si sapeva se effettivamente l'incisione dell'Islamey fosse sua oppure no.
    Anche la casa discografica non confermava, sembrava che i nastri fossero stati confusi.
    Però ho i miei dubbi che non sia Fiorentino. ahaha

    Comunque non si trova perché il motore di ricerca di youtube fa cagare... sono sicuro di averla ascoltata l'altro giorno. :D

    Per chi la volesse ascoltare:


     
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    Ho uploadato il primo movimento della Sonata No.2 di Scriabin



    Stavo piangendo.
     
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    CITAZIONE (alkan @ 11/4/2011, 23:52) 
    la sua è la migliore esecuzione di Islamey di Balakirev in assoluto!tutti gli altri musicalmente sono molto artificiosi,anche i grandi!consiglio vivamente!purtroppo su youtube la mettono e la tolgono di continuo :(

    A quanto pare quell'Islamey non è di Fiorentino, ma di Leonid Kuzmin.
     
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    Bella questa intervista.


    Intervista al M° Fiorentino tratta da: "IL MATTINO" di Napoli, a cura di Gianni Cesarini
    “IL MATTINO del Sabato” 25 febbraio 1985
    Un maestro dilettante
    Sergio Fiorentino / Da anni insegna al Conservatorio di San Pietro a Majella.
    Suona non per ostentare abilità, ma per giungere all’essenza della musica.
    Da tempo ha diradato le sue apparizioni in pubblico, e
    ad una carriera internazionale preferisce…..la micromeccanica
    di Gianni Cesarini


    Una carriera folgorante cominciata verso la fine degli anni quaranta. Concerti in vari Paesi europei, negli Stati Uniti e Sud America sempre accolti entusiasticamente. Un notevole numero di dischi incisi in Inghilterra e negli Stati Uniti e mai distribuiti in Italia. Pianista nato e musicista di qualità più uniche che rare, uomo di una civiltà che a Napoli ha pochi riscontri, insegnante straordinario per quanto offre senza nulla pretendere in cambio (mai un suo allievo ha dovuto pagare una lira, in un mondo di docenti che generalmente insegnano solo per le lire e purtroppo ben poco visti i risultati) Sergio Fiorentino, classe 1928, allievo prima di Finizio e poi di Carlo Zecchi, poteva diventare anche sul piano della notorietà uno dei massimi pianisti del nostro tempo. Invece ha preferito non lasciarsi condizionare dai meccanismi del mercato della musica. Non ama dar spettacolo di sé e quindi, nonostante sia dotato di una tecnica trascendentale, suona in maniera tutt’altro che spettacolare. Suona non per mostrare abilità digitale ma per giungere all’essenza della musica. Per apprezzarne l’arte bisogna avere una certa sensibilità, sapersi sintonizzare sulla sua lunghezza d’onda, cosa non facile per tutti. Questo ed altri motivi hanno spinto il Maestro a diradare le sue apparizioni in pubblico ed a rinunciare alla grande carriera internazionale. Da anni Fiorentino insegna pianoforte principale nel Conservatorio di San Pietro a Majella. Il resto del suo tempo lo trascorre in casa, dove riceve qualche allievo che viene da lontano, e dove coltiva i propri interessi, la micromeccanica (possiede un tornio professionale), la lettura e, negli ultimi tempi, l’informatica. E’ un uomo che affascina per la vasta cultura non solo musicale e la varietà d’interessi (tra l’altro è eccellente tiratore di pistola, è esperto di karate, guida ottimamente auto veloci). E’ un uomo che ama fare cose senza ostentazione. Non ama parlare di sé, e non ama la pubblicità anche perché non ha bisogno. Siamo riusciti a convincerlo a parlare della sua carriera dopo molte insistenze. Da tempo nell’ambiente musicale si facevano congetture sui motivi che hanno spinto Fiorentino a rallentare l’attività. Finalmente è lui a dirci la verità.

    - Maestro, negli anni Cinquanta lei non avrebbe avuto problemi a stabilirsi a Londra, avendo così l’opportunità di svolgere una carriera internazionale. Perché non l’ha fatto?
    - “A Londra avevo molti amici ed ero trattato con grande rispetto. Certamente in Inghilterra avrei vissuto una vita moto diversa, indubbiamente molto più bella. Tutto sommato vivere a Napoli non è particolarmente appagante. Però a Londra avrei dovuto far musica per mestiere, perdendo la mia libertà e modificando la mia personalità. Avrei dovuto combattere ogni momento con il pianoforte, con i treni, con gli aerei, con impegno contrattuali. A me piace la musica da dilettante e la professo da dilettante”
    - Quindi a suo parere fare musica è solo un mestiere?
    - “Più che un mestiere è una necessità. E’ in pubblico che fare musica diventa un mestiere. La musica è bella quando la si suona per sé in casa propria. Io non credo ai concerti. Si danno più che altro per far vedere quanto si è bravi”.
    - Ma si può suonare per trasmettere la propria arte al pubblico…..
    - “La musica non può essere data al pubblico. Al pubblico si da lo spettacolo. La musica si può dare solo da persona a persona, e quando c’è un rapporto di profonda conoscenza, come tra maestro e allievo per esempio. Ovviamente è necessario che l’allievo sia ricettivo. Durante i concerti, si riesce a dare molto poco, perché buona parte del pubblico è abilitata a recepire solo gli aspetti spettacolari della musica, che sono anche i più deteriori”.
    - Quindi lei dice che la musica non nasce per essere suonata?
    - “La musica nasce come esigenza, anzi la musica è già nella natura. Non è stata inventata dall’uomo, ma codificata. Attraverso le varie epoche ha subito diverse codificazioni fino quella dei nostri giorni che personalmente non condivido forse perché estranee alla mia formazione. Per me la musica oltre che cultura è un fatto di sensibilità, e quindi va al di là dell’aspetto cerebrale…”
    - Però c’è molta musica che nasce per la sala da concerto…..
    - “ La musica viene sfruttata nella sala da concerto, ma raramente nasce per essa. All’epoca di Liszt e di Chopin e anche in quella di Mozart o di Beethoven ogni musicista suonava unicamente la propria musica. Non era l’esecuzione che importava ma si suonava per far conoscere la musica anche affinché se ne vendessero gli spartiti. Indubbiamente c’è quasi sempre il denaro alla base di chi far musica per mestiere. Il musicista vero è quello che non fa musica per mestiere, ma quello che la scrive o la suona per sé, per il suo intimo, nella sua solitudine. Chi la fa per mestiere è sempre costretto a vendere la propria ricchezza interiore, cosa a mio parere terribilmente triste.
    Indubbiamente, esiste anche molta musica composta per l’esecuzione in sala da concerto, ma non è la musica migliore. La vera grande musica è quella scritta senza la preoccupazione che debba piacere al pubblico”.
    - Lei è molto legato a Napoli?
    - Oggi è diventata una città dove è, quasi impossibile vivere. Certo trent’anni fa ero molto legato alla tradizione di questa città, era una città che sembrava ancora salvabile. Oggi però è tardi per provare alcun impulso ad andare via, anche se a volte penso che in Inghilterra avrei vissuto meglio. Amo il modo di vivere degli inglesi, la loro civiltà, amo il loro clima, a me il caldo non piace. Certamente tra loro avrei vissuto meglio”.
    - Insomma perché non ha lasciato Napoli?
    - “ perché non mi piace fare il concertista di grande fama, non mi piace diventare schiavo del mestiere, non mi piace suonare quando non ne ho voglia. E’ triste dover suonare lo stesso programma duecento sere all’anno senza poterlo cambiare. E’ una cosa per me intollerabile dover decidere questa sera cosa suonerò per un anno intero. Non è che mi non mi piaccia suonare in pubblico, anzi lo faccio ancora volentieri, ma non mi piace farlo per mestiere. Non sopporto il dover suonare per routine, lo trovo ripugnante”.
    - Quindi lei non ama neppure il danaro?
    - “ Ne potevo guadagnare moltissimo anche senza fare il concertista. Potevo far molti soldi insegnando. Ma per il tipo di vita che vivo ho bisogno di poco di poco danaro. Ho quello che mi serve e non desidero di più”.
    - E’ nota la sua caparbietà nel rifiutare i compensi per le lezioni private. Il suo è un caso unico…
    - “So che molti miei eccellenti colleghi si arricchiscono a spese degli allievi, ma per me, la musica non si vende. Può essere venduta ad un Ente o allo Stato, ma mai a un privato che viene date per avere consigli. Poi io non ho molti allievi privati, solo qualcuno che viene da lontano. Ci mancherebbe che dopo una nottata in treno per venire fin qui io chiedessi loro del denaro. No l’idea di stabilire un rapporto commerciale con l’allievo mi ripugna”.
    - Come fa un uomo come lei a lavorare in Conservatorio, vista la crisi di questo tipo d’istituzione?
    - “I problemi del Conservatorio non toccano il mio lavoro, che credo non sia vano. Io continuo a vedere il Conservatorio come lo vedevo da ragazzo, come la più alta istituzione musicale d’Europa. Oggi non lo è ma io faccio finta che lo sia. Certo ho qualche problema, specialmente in sede d’esami, ma tento di non farne un dramma. Mi piace insegnare”.
    - D’accordo, ma se le chiedessi quanti degli attuali docenti meritano d’essere considerati maestri che cosa risponderebbe?
    - “No comment. Ma la colpa non è dei Conservatori ma dello Stato. In Italia funziona tutto male e quindi non vedo perché i Conservatori dovrebbero funzionare bene. Certo non mi piace la mancata riforma dei programmi di studio e mi terrorizza la riforma che si vuole fare, si vuole considerare i Conservatori non più come scuole di specializzazione, poiché oggi la musica è vista come cultura e quindi deve essere alla portata di tutti. Invece la musica, almeno nei Conservatori deve essere insegnata solo da chi è naturalmente dotato sul piano musicale. Altrimenti, come è già successo, ci saranno tra non molto altre decine di migliaia di diplomati che non avranno alcunché da fare, e lo Stato per tenerli impegnati, aprirà altri cinquanta Conservatori, dove questi diplomati “insegneranno” quello che non hanno mai imparato. Probabilmente la moderna sociologia ucciderà la musica. Ed anche le leggi imposte dai sindacati. Attualmente nei Conservatori esistono molti insegnanti il cui unico merito è di aver messo al mondo dei figli. Oggi il punteggio per far carriera viene elevato non dai titoli artistici, ma dal numero dei figli”.
    - Napoli è sempre ricca di talenti musicali?
    - “Certo ma si sprecano molto facilmente”.
     
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  10. Havalorn
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    Un grande uomo, oltre che un grande artista.
    Ce ne fossero altri come lui...
     
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  11. alkan
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    interessante, ma in molti punti lo trovo abbastanza utopista, semplicemente per il fatto che per studiare la musica occorre tanto tempo, e devi comunque sopravvivere perciò occorre un lavoro: se hai un lavoro che non c'entra con la musica il più delle volte non ti piace -> frustrazione per non poterti dedicare appieno alla tua passione. l'unica strada sarebbe perciò l'insegnamento, lui ovviamente essendo già un insegnante era tranquillo economicamente,perciò ne parla con molta tranquillità(classico modo di fare di chi ha la pancia piena). Ma gli allievi?tra l'altro a chi toccherebbero i posti da insegnante?a persone comunque giudicate da altre, dato che non ci sono dei criteri oggettivi di valutazione nell'arte. e gli insegnanti per arrivare alla pensione devono comunque lavorare tanto tempo, quindi in quei 20-30 anni cosa fanno i nuovi talenti?

    lavorare con la musica non credo sia un male, dipende sempre con che spirito lo si faccia. E se fai concerti in tutto il mondo convincendo il pubblico non significa vendersi, c'è chi lo fa, ma vendersi non è la condizione necessaria per piacere al pubblico, che comunque ha delle emozioni e si commuove non per lo spettacolo in sè, ma perchè qualcosa del mondo interiore del musicista è arrivato. E quello è già un successo
     
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  12. Astronometric
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    Sinceramente lo trovo troppo pessimista, su alcune cose concordo in pieno, su molte altre no.

    Ma d'altronde ad un certa età si incominciano a fare certi pensieri pessimisti, una volta ebbi l'occasione di sentire uno dei maggiori pittori italiani delle avanguardie del secondo dopo guerra, non faceva altro che dire che l'arte è morta.

    Non concordo sul fattore dell'insegnamento solo al talento naturale, il genio esiste per natura, ma sono fondamentalmente convinto che tutti possiamo diventarlo, altrimenti non avremmo la facoltà dell'impegno e nasceremmo tutti bravi in qualcosa.

    Inoltre non concordo affatto sulla sua considerazione di musicista professionista... C'è chi come me non proverebbe altro che gioia a campare di musica, e non c'è bisogno di vendersi per farlo.

    Credo che per un musicista vero, sia d'obbligo non riufiutare nessun impegno musicale gli venga proposto e che sia suo compito, cercare di dare il meglio di se e di far raggiungere il più alto livello di estetica musicale che gli sia possibile raggiungere, che sia un'album della Pausini o un'interpretazione di Mozart.

    Che poi la musica migliore nasca senza impegno e senza chiedere nulla in cambio concordo, ma non vuol dire che una volta codificata sullo strumento chi l'ascolta non sia in grado di capirla senza conoscere chi l'ha scritta, ne che ci l'ha creata non possa giovarci sostentamento.
     
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    Dev'essere un video nuovo, non l'ho mai visto.
    Chissà quanti cavolo di video esistono che non hanno ancora tirato fuori.
     
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  14. Mega-X
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    QUELLA COSA A 3:32 SUPERVELOCISSIMA AKSLÒDMFKLADMFKLAMD O____________________O
     
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  15. ccompositore1980
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    ciao a tutti, molte di queste registrazioni che trovate online provengono dal mio canale youtube (goodmanmusica) che contiene molte cose rare e inedite del grande Fiorentino.

    ps. sono capitato qui per caso, facendo delle ricerche su internet...altrimenti mai avrei messo piede in un forum di musica metal! :D
     
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35 replies since 5/4/2011, 17:39   1202 views
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